Eccoci nel 2013, anno che si annuncia, anch’esso, problematico, costoso, difficile, ma ricco d’una speranza che non muore.
Ciascuno si augura qualcosa di più, di meglio. Io fra essi. In particolare confido che i miei spazi di libertà quanto meno non si contraggano. Sul filo di questo pensiero ho ripensato alla bella introduzione che Silvia Avallone ha scritto ad una raccolta di Osip Mandel’stam (poeta ebreo, polacco di nascita, morto di fame in un gulag in Unione Sovietica).
In essa ci viene ricordato come la parola “irriverente, ma anche ariosa, che (Mandel’stam) ha opposto alla pesante ferocia della dittatura rimane una delle testimonianze più chiare di quanto la libertà di un uomo sia insopprimibile”.
Questi alcuni versi:
Voi, togliendomi i mari, la rincorsa, lo slancio,
e dando al piede il sostegno di una terra forzata,
cos’avete scoperto? Un principio sagace:
che il moto delle labbra non può venir sottratto.
.