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degli studiosi e degli intellettuali

14/07/2018

da “L’università del crimine”

di Petros Markaris

……….

“Ai nostri giorni non esistono più gli studiosi. Ci sono rimasti gli intellettuali”

“E che differenza c’è ?” gli chiedo ……….

” Gli studiosi sono uomini e donne che vivono nelle biblioteche, studiano e producono lavoro scientifico: Gli intellettuali sono specialisti in generalizzazioni e, soprattutto, sono convinti di possedere un sapere esteso a tutto lo scibile umano. Gli studiosi hanno conoscenze; gli intellettuali hanno opinioni che amano esprimere in ogni occasione. L’espressione della propria opinione è intrecciata con due caratteristiche, ognuna delle quali ha una ricaduta sessuale”

“Sessuale ?” ripeto come se non credessi alle mie orecchie ………. 

“Esatto: sessuale,” ripete. La prima è la lussuria dell’analisi. Devono analizzare tutto. Soffrono di una malattia per cui non è ancora stata trovata una cura: l’analisite. L’altra caratteristica è il piacere di ascoltarsi. Si ascoltano mentre parlano e si eccitano sessualmente.

………. “Non ci sono più studiosi, così come non ci sono più professori d’università, signor commissario” ……………….

Al voto con onesta consapevolezza

25/02/2018

Il peggio assoluto non esiste, così come il meglio assoluto.

Se è vero che la politica è l’arte del possibile, dobbiamo evitare di premiare col voto coloro che attorno a sé non vedono che nemici e non , come dovrebbe essere, degli avversari. In una situazione di tal fatta, come poter fare accordi col nemico? Solo per dissimulare le proprie intenzioni e sbranarsi, poi, alla prima occasione?

L’ingiuriarsi ora rende difficile, poi, ricercare accordi che, ancorché trovati nonostante tutto, risulterebbero incomprensibili a chi ha espresso, andando a votare, un voto consapevole e, a suo giudizio, equilibrato.

Ergo, andiamo tutti a votare, ma non a favore di chi predica anche se in forma edulcorata, la violenza e la sopraffazione come “metodo” per riportare l’ordine o, come talvolta vien detto e scritto, portare ad un “nuovo” ordine.

Dare un voto a qualcuno significa dare un mandato di rappresentanza a chi crediamo possa governare il Paese con serietà, onestà e lungimiranza, in modo da accrescere la nostra credibilità nel mondo; significa dare una delega a chi possa, crediamo ovunque, rappresentare l’Italia come una nazione seria, civile, inclusiva, moderna, laboriosa, in cammino verso una maggiore equità sociale, capace di pensare e realizzare, politiche di sviluppo scolastico e tecnologie che aprano, ai giovani, nuovi orizzonti, nuove prospettive, nuove opportunità.

Questa l’Italia che vorrei e per la quale, il 4 marzo 2018, andrò a votare con timore, ma con tanta speranza.

Buon voto a tutti.

Vita l’Italia: Repubblicana, Libera, Onesta, Democratica.

 

banzai43

 

Verso il 4 Marzo 2018 -Milena Gabbanelli dice …

25/02/2018

Elezioni. Sempre più vicine.

Rinnovo il mio invito perché tutti vadano a votare. A votare per chi vogliono, ma consapevoli che ….

Val la pena di ascoltare … e cercare, poi, di scegliere per il meglio.

banzai43

 

la politica dell’apparenza

24/02/2018

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“Il popolo è un pessimo giudice: nella sua stoltezza per lo più onora chi non lo merita, perché stupidamente crede all’apparenza”

Quinto Orazio Flacco

4 marzo 2018: ci siamo quasi

19/02/2018

Fra pochi giorni saremo nuovamente chiamati alle urne per una o più scelte e, dal mio punto di vista, mai mi son trovato di fronte a tante difficoltà. 

Evaporati i Partiti ideologici o pseudo tali, sono scomparse anche le “scuole di partito” le quali, certamente con molti difetti, tentavano (e spesso riuscivano) di formare quadri politico-amministrativi, con conoscenze di base da affinare, attraverso esperienze locali, per proiettarli poi, se ne avevano il merito, sulla scena nazionale. E spesso non erano laureati o plurilaureati (il che certamente non guastava), ma in genere parlavano un italiano decente, non sgrammaticato, nel rispetto del congiuntivi o dei condizionali. Ogni tempo verbale al suo posto.

A chi non mi crede consiglio la lettura degli Atti parlamentari degli anni ’50, ’60 ed anche ’70.

Ora vi sono assai più problemi che in passato e non per le abbaglianti o rutilanti promesse che arrivano da ogni dove (chi mai è così “sonello” da crederci?), ma per i timori della tenuta democratica del Paese davanti a un risultato che, così sembra, non potrà dare alcuna maggioranza. Quanto è forte la nostra Democrazia? Quanto buon senso hanno i moderni demagoghi? quanto pazienti saranno i mercati? quanti imprenditori non saranno ancor più tentati di delocalizzare? quanti più giovani, esasperati dalla mancanza di lavoro, aumenteranno la fila dei cervelli già espatriati? quanti …?  Cosa … ? etc. etc. 

Tante domande alle quali, credo come gran parte di voi che leggete (a proposito, grazie di leggermi), non sono in grado di rispondere. Nuvole di tempesta sopra il mio ed i vostri capi. Nubi oscure. Ma tant’è. 

La mia unica certezza è che andrò a votare per poter, domani, avere il “diritto di reclamo”, diritto che certamente non avrei qualora me ne fossi stato in casa, al caldo, in pantofole, davanti alla tv.

Vi esorto tutti a fare come me e, come me, cercate di non farvi, una volta ancora, mettere in pentola. Votate per chi volete. Votate con consapevolezza, ma votate.

Viva l’Italia repubblicana: libera, tollerante ma giusta. democratica.

 

 

della morale

11/02/2018

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“Colui che predica la morale limita di solito le sue funzioni a quelle d’un trombettiere di reggimento, che dopo aver sonata la carica e fatto molto rumore, si crede dispensato di pagar di persona”. 

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Lemesle,  Misophilanthropopanutopies

Epitteto: … pensava ai politici ?

28/01/2018

“Quando, dopo aver deciso che è giusto fare una certa cosa, la fai, non farla di nascosto, anche se la gente dovesse pensarla in modo diverso da te. Se, infatti, pensi che non sia una cosa giusta, non farla del tutto; se, invece, pensi che sia giusta, perché dovresti temere i rimproveri altrui?”

Epitteto

.Nato verso il 50 d.C. a Ierapoli (Frigi),  schiavo a Roma poi affrancato dal padrone, Epafrodito, studiò filosofia stoica, insegnò in Roma.Nel 93, quando l’imperatore Domiziano decretò la cacciata del filosofi dall’Italia, riparò in Epiro a Nicopoli, dove fondò una scuola e ove morì intorno al 138.

dall’Italia: Pietro Metastasio

16/01/2018

 

Più non sembra ardito e fiero

            quel leon che prigioniero

            a soffrir di sua catena

            lungamente s’avvezzò.

 

Ma se un giorno i lacci spezza,

            si ricorda la fierezza

            ed al primo suo ruggito

            vede il volto impallidito

            di chi prima l’insultò.

PIETRO METASTASIO   da  Ariette dai Melodrammi

									

2016 – Cosa bolle in pentola?

02/01/2016

Amici miei carissimi, a Voi tutti buon giorno e con vivo spirito d’amicizia 

……………….   BUON 2016, buon anno

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Il 2015 è passato (finalmente!) col suo carico di paure che mano a mano che i giorni passavano, ha preso il posto della speranza. Un anno durante il quale molto sangue è stato versato, molti morti hanno punteggiato i mari come piccole isole alla deriva, isole disperate,  fuggenti, affannatamente alla ricerca di una nuova “normalità” che consentisse loro una ricostruzione di sé, degli affetti più cari, il ricongiungimento delle famiglie disperse e talvolta vilipese. Una “normalità” molto agognata, ma dai contorni sempre più vaghi come miraggio nel deserto, a portata di sguardo, ma sempre “oltre”, impossibile da raggiungere.

Scarpe consumate, pensieri offuscati, fame, sete, lacrime, pianti di bimbi, desideri di morte che sopravanzano  i desideri di vita … e fatica, la fatica di vivere in un mondo dove gli uomini sono lupi e la speranza lutto e sopraffazione.

Non m’illudo che il 2016 sia molto diverso, ma lo spero. Spero in un piccolo rinsavimento collettivo, anche molto piccolo. Un’attenzione maggiore per il prossimo anche se poco più ampio.

Quanto all’Italia: l’augurio di progressi contro il ladrocinio, in particolare dei politici disonesti da non coprire, anzi, esporre al pubblico ludibrio, da colpire nella borsa condannandoli alla restituzione del maltolto, alla confisca dei beni; lavoro per i giovani, rispetto per i vecchi, eccetera. Le solite cose, insomma. Niente di nuovo. Probabilmente le medesime speranze degli “onesti” già ai tempi di Cesare e d’Augusto. Niente di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire. Chissà.

Penso al primo gennaio come ad un cuoco e mi chiedo cosa stia preparando, con quali ingredienti stia cucinandoci il 2016

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cosa bolle in pentola

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e non ho risposte. Nessuna risposta, solo qualche timida, molto timida, speranza. 

Un amico, per farmi gli auguri d’inizio anno m’ha indirizzato una vignetta con la quale intendo augurare a Voi tutti, una volta ancora, i miei auguri. Una vignetta che, per quanto mi riguarda, sembra fatta apposta per riassumere il mio pensiero circa la speranza per il futuro prossimo che ci aspetta. Eccovela.

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Linus new year

Un abbraccio,

banzai43

Uno, due, tre: incarichi plurimi

02/02/2014

Cari amici buongiorno,

mai come in questi tempi è facile criticare la politica italiana. Sia quella della maggioranza delle intese (ampie, strette, minuscole, possibili, impossibili ma presenti etc.) sia quella delle opposizioni (distruttive, offensive, verbose, schiamazzanti, aggressive, maleducate, grillanti, incattivite, aculturate, faziose etc.).

Antique pen and inkwellPassa quasi la voglia di parlarne, data la semplicità con la quale possono trovarsi le argomentazioni da utilizzare per un discorso di critica negativa, sempre possibile.

Questo il motivo della rarefazione dei miei post aventi per oggetto la politica. Comunque sia, oggi ho deciso di fare un’eccezione. Una breve e sintetica eccezione. Intendo trattare dei cosiddetti “incarichi multipli” più volte, in passato, richiamati da quotidiani e settimanali.

Tratteggerò il può recente dei fatti. Il personaggio è Antonio Mastrapasqua, presidente dell’INPS (da ieri dimissionario) e, contemporaneamente, con molti altri incarichi, pare addirittura oltre 25. Insomma un uomo eccezionale, con il dono dell’ubiquità, attributo, un tempo, esclusivo del Padreterno.

Solo per curiosità vediamone alcuni di questi incarichi (ovviamente tutti retribuiti, forse con piccole eccezioni): “Presidente dell’INPS”, “Vice Presidente esecutivo di Equitalia spa”, “Procuratore generale dell’Ospedale Israelitico di Roma”, “Commissario Unico della Super-Inps”, “Presidente dell’immobiliare Idea-Fimit” la più grande società immobiliare italiana, “Consulente di una struttura bancaria”, “Sindaco del Consiglio d’Amministrazione di Autostrade”, “Amministratore Delegato di Italia Previdenza” nonché di “Sispi spa” e di “Litorale spa” e titolare dello studio Mastropasqua di Roma. Ho escluso, volutamente, le Sue molte altre presenze in collegi sindacali (quale Presidente o Sindaco effettivo) di Società sia a capitale pubblico che a capitale privato.

Di questi giorni, per quanto , lo riguarda,  è l’emergere di uno dei molti casi di possibile “conflitto d’interessi”. A solo titolo d’esempio quello di rimborsi non dovuti , da parte dell’INPS , all’Ospedale Israelitico, ospedale che a quanto si dice dovesse all’INPS ingenti somme  per contributi pregressi, dall’Inps non sollecitati. In ambedue le strutture il “dominus” era il Mastrapasqua!

Sta di fatto che dopo anni di “politica del salame sugli occhi” il nostro Esecutivo (Governo Enrico Letta per intendersi) ha approvato un disegno di legge “per disciplinare l’incompatibilità per tutte le posizioni di vertice degli enti pubblici nazionali, prevedendo per quelli di particolare rilevanza, un regime di esclusività volta a prevenire  situazioni di conflitto di interesse.”

Vivaddio, la politica s’è accorta che qualche cosa non andava: Ma non è detto che tale situazione vergognosa venga sanata rapidamente. A ben vedere si tratta di un disegno di legge, non ancora legge la quale, peraltro, se già esistesse avrebbe bisogno di Regolamento o Regolamenti attuativi. Quindi chi vuole sperare, speri e chi vuol dubitare dubiti.

Tralascerò altresì di approfondire le molte altre questioni che il Mastrapasqua riguardano o hanno riguardato; un solo accenno:

   – segnalato alla Corte dei Conti per rischio crediti inesigibili, rimborsi gonfiati e fatture false con possibile danno erariale ai danni dello Stato;

   – indagato dalla Procura della Repubblica di  Roma per presunte cartelle cliniche truccate;

   – oggetto di due esposti alla procura di Roma da parte di Adusbef (associazione dei consumatori): la prima ancora legata alla vicenda dei rimborsi all’Ospedale Israelitico, la seconda per la vendita dell’appartamento a Roma sede di Intesa San Paolo da parte di Idea-Fimit, già accusata di essere stata al centro di molteplici scandali immobiliari.

E potrei andare avanti almeno per un altro poco per concludere poi con parole al vetriolo, ovvero nell’unico modo apparentemente possibile.

Preferisco, invece fare due conti.

Il Dr. Mastrapasqua, come anzidetto, ha non meno di 25 attività retribuite. Quanto al Suo reddito annuo, pare essere di circa € 1.200.000 (unmilioneduecentomila euro). Così le notizia attingibili da stampa e “rete”, ovvero le mie uniche fonti a tutti disponibili.

Ora qualche considerazione: i giorni lavorativi di un anno (tenendo conto anche delle ferie) sono, generalmente, considerati pari a 220.= Il che significa che il Mastrapasqua:

     . dedica a ciascuno dei propri impieghi una media di giorni 8,8 all’anno!

     . ha una giornata lavorativa retribuita mediamente con € 5.454,5 (cinquemilaquattrocentocinquantaquattro euro e 50 centesimi) !!

     . ha un reddito annuo equivalente a quello di non meno di 153 pensionati (e ve ne sono molti) la cui pensione mensile è di circa € 600,00.= !!!

     . ha un reddito annuo equivalente a quello ben 115 fortunatissimi giovani che, contro-tendenza, hanno trovato un lavoro ad 800,00 euro al mese !!!!

Potrei andare avanti, ma mi fermo qua. Direi che le premesse per essere infastiditi, disamorati, incazzati, ci sono tutte.

Una rivoluzione (morale innanzi tutto), ovviamente senza sangue e violenze, e nel rispetto della democrazia e dell’ovvio ordine, senza degenerazioni, è più che necessaria, più che urgente, serve subito. ADESSO! Ma come frenare il popolo se dovesse, realmente, scatenare la propria comprensibile ira ?

Confesso che ero ed ancora sono innamorato dell’Italia, della sua storia, della sua ricchezza culturale, delle sue eccellenze. Poi leggo della rete idrica chebandiera perde quasi il 50% dell’acqua che vi scorre, delle mazzette che anziché sparire continuano con ritmi incrementali, dei politici di malaffare che si riempiono le tasche, dei vigili del fuoco e dei poliziotti con autopompe ed auto ferme perché mancano i soldi per il carburante, dei tribunali dove manca la carta su cui scrivere, dei richiami dell’Europa per l’esiguità delle pensioni minime, eccetera, eccetera, eccetera.

Allora, in quel momento, vorrei poter fare come davanti alla disperazione, allo sfacelo, facevano gli antichi. Mettermi in un angolo, coprirmi il capo col mantello e piangere.

Buona domenica a tutti.

a_caneinviaggio

banzai43