Il peggio assoluto non esiste, così come il meglio assoluto.
Se è vero che la politica è l’arte del possibile, dobbiamo evitare di premiare col voto coloro che attorno a sé non vedono che nemici e non , come dovrebbe essere, degli avversari. In una situazione di tal fatta, come poter fare accordi col nemico? Solo per dissimulare le proprie intenzioni e sbranarsi, poi, alla prima occasione?
L’ingiuriarsi ora rende difficile, poi, ricercare accordi che, ancorché trovati nonostante tutto, risulterebbero incomprensibili a chi ha espresso, andando a votare, un voto consapevole e, a suo giudizio, equilibrato.
Ergo, andiamo tutti a votare, ma non a favore di chi predica anche se in forma edulcorata, la violenza e la sopraffazione come “metodo” per riportare l’ordine o, come talvolta vien detto e scritto, portare ad un “nuovo” ordine.
Dare un voto a qualcuno significa dare un mandato di rappresentanza a chi crediamo possa governare il Paese con serietà, onestà e lungimiranza, in modo da accrescere la nostra credibilità nel mondo; significa dare una delega a chi possa, crediamo ovunque, rappresentare l’Italia come una nazione seria, civile, inclusiva, moderna, laboriosa, in cammino verso una maggiore equità sociale, capace di pensare e realizzare, politiche di sviluppo scolastico e tecnologie che aprano, ai giovani, nuovi orizzonti, nuove prospettive, nuove opportunità.
Questa l’Italia che vorrei e per la quale, il 4 marzo 2018, andrò a votare con timore, ma con tanta speranza.
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Buon voto a tutti.
Vita l’Italia: Repubblicana, Libera, Onesta, Democratica.
banzai43