S o n e t t o
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Ad un sonetto affido la rivalsa,
che non curato amore non va via
e gemo e maledico la follia
d’amare senza gioia né speranza
La dama per cui scordo ogni tempranza
concede spudorata l’alma ria,
si dona, si spartisce, fa razzia
d’altrui lode e piacere in abbondanza.
Ed io che mai seppi esserle infedele,
mia non so farla con pugnale o brando:
versi costretti a così amaro miele
bevono, è forza, inchiostro avvelenato,
perché all’ora di scriver vale il fiele
quanto o di più del sangue atossicato.