Posts Tagged ‘filosofia’
Della stagione giusta
26/03/2023della Religione
25/02/2019.
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Il nostro sogno si scontra contro il grande mistero come una vespa contro il vetro di una finestra. Meno generoso dell’uomo, Dio non apre mai la finestra.
Jules Renard
dell’utilità della ricchezza
22/02/2019.
Pare Platone dicesse …
“Le ricchezze sono di un grande aiuto nella vita e sotto questo aspetto per me sono preziose: esse fanno sì che una gran parte di coloro che le possiedono non siano esposti a ingannare i loro simili e a mentire.”
del carattere
31/12/2018
.Poter dire addirittura d’un uomo: “Ha un carattere“, significa non soltanto dir molto di lui, ma anche esaltarlo; poiché si tratta di una rarità che suscita verso di lui rispetto e ammirazione.
Immanuel Kant
della splendida solitudine
13/03/2018…
“La solitudine non dipende dalla presenza o assenza di persone; al contrario, io odio chi ruba la mia solitudine senza, in cambio, offrirmi una vera compagnia.”
F. Nietzsche
Epitteto: … pensava ai politici ?
28/01/2018“Quando, dopo aver deciso che è giusto fare una certa cosa, la fai, non farla di nascosto, anche se la gente dovesse pensarla in modo diverso da te. Se, infatti, pensi che non sia una cosa giusta, non farla del tutto; se, invece, pensi che sia giusta, perché dovresti temere i rimproveri altrui?”
Epitteto
.Nato verso il 50 d.C. a Ierapoli (Frigi), schiavo a Roma poi affrancato dal padrone, Epafrodito, studiò filosofia stoica, insegnò in Roma.Nel 93, quando l’imperatore Domiziano decretò la cacciata del filosofi dall’Italia, riparò in Epiro a Nicopoli, dove fondò una scuola e ove morì intorno al 138.
del desiderio di conoscenza
10/12/2015Dal romanzo di Marco Vichi, “Il console”:
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“Se di qualcosa pensi di aver capito tutto, sappi che hai perduto una battaglia. Se credi che di questo o di quello tu non abbia più nulla da sapere, hai seppellito il desiderio di conoscenza, e dunque sei peggio che morto.”
della vita e delle circostanze di vita
09/12/2014Contemporaneo di Socrate, Antifone (il Sofista) si occupò di matematica, di filosofia e forse dell’interpretazione dei sogni. Fra i pochi frammenti rimasti delle sue opere maggiori (La verità e Sulla concordia), con riferimenti alla vita, eccone un paio.
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.“Diversamente dalle pedine della dama, la vita, una volta giocata, non è possibile rimetterla giù per giocarla di nuovo, anche se ci si pente di come la si è giocata.”
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“Ci sono persone che non vivono la vita presente ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono: e intanto il tempo si consuma e fugge via.”
Omar Khayyam: 966 anni or sono
01/06/2014
A Nishapur, città del Khorasan (Persia nord orientale), il 31 maggio 1048 nasceva Omar Khayyam (letteralmente “fabbricatore di tende”, probabile professione del padre). Fu, forse, condiscepolo di Hasan-e Sabbah, il capo dei famigerati “assassini”, il Vecchio della Montagna, noto in occidente perché citato nei racconti di Marco Polo.
Le più antiche biografie di Omar ne parlano come di uno scienziato, cultore di astronomia, matematica, filosofia e teologia. La sua maggior fama, anche nel suo Paese d’origine, è dovuta però alla sua vena di poeta, in particolare per le sue “quartine” (Roba’iyyat) già, a quel tempo genere letterario adatto ad esprimere, con immediatezza, l’espressione occasionale di un sentimento fugace, pronto a dissolversi come un sogno, con la stessa rapidità con la quale è giunto.
Certamente fu, già in vita, personaggio controverso: razionalista negatore di ogni dogma religioso, scettico, forse anche ateo per alcuni, un mistico per altri, solo uno studioso di grande sensibilità, per taluni, che nella forma sintetica delle quartine cercò di esprimere i risultati sconsolati della propria ricerca poiché “le azioni sovrane di Dio sono incommensurabili alla saggezza dell’uomo” (così Alessandro Bausani).
Morì a Nishapur, dove era nato, il 4 dicembre di un anno compreso fra il 1126 ed il 1131. Per ricordarlo nell’anniversario della nascita eccovi, allora, cari amici, quattro dei suoi pensieri.
…(Nell’immagine la tomba di Omar Khayyam)
Il Creatore, allorquando plasmò adorne forme e nature,
Per qual ragione mai le gettò sotto imperio di morte?
Se ben riuscita era l’Opera, perché mandarla in frantumi?
E se mal riuscita era, di chi, dunque la colpa?
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Oltre il vel del Mistero a nessuno è dato passare,
E come agisce la Vita nessuno conosce;
Nessuna mèta abbiamo eccetto che in seno alla terra.
Bevi vino, bevi, ché storia lunga è questa.
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Ogni granello di terra nascosto in seno alla Terra
Prima di me, prima di te, fu forse Corona e Gioiello.
Da volto gentile dunque la polvere tergi più dolce,
Ché quella polvere, un tempo, fu forse volto gentile.
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Puri venimmo dal Nulla, e ce ne andammo impuri.
Lieti entrammo nel Mondo, e ce ne partimmo tristi.
Ci accese un Fuoco nel cuore l’Acqua degli occhi:
La vita al vento gettammo, e poi ci accolse la Terra.
Ed Eraclito affermò …
06/01/2014
A tutti gli amici l’augurio di buon futuro e di una tranquilla ripresa del lavoro. ..“Se uno non spera non potrà mai trovare l’insperabile, perché esso è difficile da trovare e impervio.”

banzai43