Fidel Castro 1926 – 2016
Lasciamo sia la storia a trovargli il posto che merita
Adiòs, Jefe
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Era il 25 ottobre 1415 (4 novembre secondo l’attuale calendario gregoriano), un’umida giornata senza sole dopo giorni di pioggia intensa. Sull’altipiano di Azincourt si fronteggiavano inglesi e francesi per combattere una battaglia che sarebbe entrata nella leggenda prima che nei libri di storia e attraverso Shakespeare nell’imperitura memoria delle genti.
Enrico V re d’Inghilterra, alla testa di un esercito piccolo, ma ben equipaggiato, era salpato da Southampton ed approdato in Francia per rivendicarne il trono detenuto da Carlo VI. Intenzione degli inglesi era impossessarsi rapidamente della città di Harfleur, porto normanno (ora assorbito dalla città di Le Havre) per poi marciare verso l’interno. Ma le cose andarono diversamente. La città cadde dopo una strenua resistenza capeggiata da Raoul de Gauncourt e l’esercito inglese, già provato dalle fatiche dell’assedio, venne decimato da un’improvvida epidemia di colera.
Re Enrico allora, dopo aver lasciato ad Harfleur un presidio (che indebolì il suo esercito) decise di marciare verso Calais. Per giungervi erano previsti 8 giorni di marcia e l’attraversamento del fiume Somme. Ma i guadi erano presidiati dai Francesi ed Enrico moltiplicò i giorni di marcia alla ricerca di un nuovo passaggio, spingendosi all’interno e molto assottigliando le scorte di cibo. Quando il nuovo guado fu trovato, i francesi erano già arrivati con un esercito ancor più forte che in precedenza e, di fatto, avevano preso i trappola gli inglesi.
Sul campo, secondo stime attendibili, 30 mila francesi fronteggiavano 6000 inglesi (5000 dei quali arcieri, gallesi ed inglesi). Re Enrico decise di avanzare, i francesi di attaccare.
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Il terreno non poteva essere peggiore. Arato profondamente per la semina invernale del frumento e reso fangoso dalle piogge, rendeva difficile il muoversi a uomini d’armi, pesantemente armati e protetti da corazza e da cavalieri su animali protetti anch’essi da piastre metalliche.
Erano circa le 11 del mattino; tre o quattro ore dopo era tutto finito.
La prima carica della cavalleria francese venne fermata da un nugolo di frecce e da pali, a doppia punta, infissi di sbieco nel terreno. Fu una carneficina. La seconda e terza carica francese fu fatta da uomini stanchi, semi accecati dalle celate degli elmi calate, intralciati dal terreno scivoloso, dal fango e dai morti della prima carica che ostacolavano il passaggio.
Gli inglesi, rispetto ai francesi, combattevano con maggiore velocità di movimento, in spazi maggiori; uccidevano senza pietà isolando singoli francesi in difficoltà, assalendoli in due o tre. Gli arcieri inglesi ebbero grandi meriti nella vittoria. Esaurite le frecce abbandonarono gli archi e parteciparono al massacro armati di corte alabarde, spade e mazzuoli.
Nella battaglia, fra i francesi, persero la vita 4000/5000 uomini d’arme, 1500 cavalieri ed il fior fiore della nobiltà, forse 98 nobili; fra essi i duchi di Alencon, di Bar, di Brabante, l’arcivescovo di Sens. Fra i prigionieri: il duca d’Orléans, il duca di Borbone e Boucicault, Connestabile di Francia.
Gli inglesi ebbero perdite molto ridotte: circa 200. Fra queste il duca di York e il conte di Suffolk.
Enrico V, il re, combattè in prima linea con gran coraggio e salvò la vita al fratello Onfredo, ferito, duca di Gloucester.
Una fase della battaglia vide un’incursione francese contro le salmerie inglesi. Re Enrico, il cui esercito aveva già fatto molti prigionieri, guardati a vista nelle retrovie, temette che in un imminente contrattacco francese i prigionieri potessero prendere il sopravvento sulle guardie. Ne decise allora la morte affidando agli arcieri le esecuzioni.
E’ la pagina nera della battaglia. Una decisione esecrabile, ma giustificata da un presunto nuovo scontro che avrebbe messo gli inglesi in grave pericolo e fors’anche modificato la sorte della battaglia.
La limpida vittoria di così pochi contro così tanti trasformò il fatto d’arme in un evento leggendario. Era il giorno di San Crispino e di San Crispiniano. Giornata di gloria, indimenticabile per gli inglesi. Giornata indimenticabile pure per i francesi, tragicamente indimenticabile, che la ricordano come “la malheureuse journée”.
Concludo il post offrendovi, dall’Enrico V di Shakespeare, uno stralcio del IV atto dove Re Enrico, prima dell’imminente battaglia, conversa con il conte di Westmoreland e dice:
“… In nome di Dio ti prego non augurarti che abbiamo un sol uomo di più. Per Giove! non sono avido di denaro, né mi curo di vedere chi mangia a mie spese; e non mi addoloro se altri porta i miei abiti: Tali cose esteriori non sono nei miei desideri: ma se è un peccato essere avido di onore, allora sono l’anima più peccatrice di questo mondo. No, cugino mio non augurarti neanche un solo soldato che ci venga dall’Inghilterra. Alla pace di Dio! Non vorrei perdere quel tanto d’onore che un sol uomo in più potrebbe condividere con me, neanche se andasse di mezzo la salvezza dell’anima mia. Oh! non desiderarne neanche uno; e, piuttosto, Westmoreland, fa’ proclamare in tutto l’esercito che chi non si sente l’animo di combattere se ne vada; gli daremo il passaporto e gli metteremo in borsa i denari per il viaggio. Non vorremmo morire con alcuno che temesse di esserci compagno nella morte. Oggi è la festa dei Santi Crispino e Crispiniano: chi sopravviverà e tornerà a casa, si leverà in punta di piedi e si farà più grande al nome di San Crispiniano. Chi non morirà oggi e vivrà fino alla vecchiaia, ogni anno, la vigilia, conviterà i vicini e dirà: “Domani è San Crispiniano”: poi tirerà su la manica e mostrerà le cicatrici e dirà: “Queste ferite le ebbi il giorno di San Crispino”. I vecchi dimenticano: egli dimenticherà tutto come gli altri, ma ricorderà le sue gesta di quel giorno … e fors’anche un pochino di più. E allora i nostri nomi, che saranno termini familiari in bocca sua, re Enrico, Bedford e Exeter, Warwick e Talbot, Salisbury e Gloucester, saranno ricordati di nuovo in mezzo ai bicchieri traboccanti: questa storia il buon uomo insegnerà a suo figlio. E sino alla fine del mondo il giorno di San Crispino e San Crispiniano non passerà senza che vengano menzionati i nostri nomi. Felici noi, noi pochi, schiera di fratelli; poiché chi oggi spargerà il suo sangue con me sarà mio fratello, e per quanto bassa sia la sua condizione questo giorno la nobiliterà: molti gentiluomini che dormono ora nei loro letti in Inghilterra malediranno se stessi per non essere stati qui oggi, e non parrà loro neanche di essere uomini quando parleranno con chi avrà combattuto con noi il giorno di S Crispino.”
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Milanese del '43, sposato, due figli, ex dirigente di banca, professionista della libertà che considero il mio unico credo, poeta secondo l'ispirazione, lettore accanito.
Adoro la bellezza e le arti tutte, fra esse la musica jazz e la fotografia. Senza libri sarei disperato. Senza quadri mi sentirei perso e senza matite per disegnare, smarrito.
Credo nell'amicizia nonostante le tante delusioni.
Cerco continuamente nuovi spazi di libertà.
Amo la città, che giro in bicicletta prendendomi tutto il tempo necessario, le montagne senz'esserne intimidito, la pesca senza trattenere il pescato, il profumo del pane appena sfornato, il sibilo del vento, il rumoreggiare delle foglie nella brezza, i confronti con le diversità, i viaggi, i musicisti di strada, il futuro ...
Considero importante dare spazio ai ricordi senza mai esserne schiavo.
Insomma, sono come sono.
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TEATRO RECENTE:
“La bella e la bestia”, “Carmen” di Bizet (in balletto), “La serva amorosa” di Goldoni, “Italiani si nasce, e noi lo nacquimo”, “Il Mercante di Venezia” di W. Shakespeare, “La locandiera” di C. Goldoni, “Aida”, di G. Verdi, “Aspettando Godot” di S. Beckett, “Il barbiere di Siviglia” di G. Rossini; “King Richard II studio per autoritratto (drammaturgia, traduzione, interpretazione e regia di Roberto Trifirò), “La Gilda del Mac Mahon” di G. Testori, “Mamma Mia”. “Sister Act”, “Norah Jones”, Recital al Teatro degli Arcimboldi – Milano
FILMS VISTI RECENTEMENTE:
“Pericolo Pubblico”, “Uomini che odiano le donne”, “Baaria”, “Avatar”, “La prima linea”, “Invictus”, “Agora”, “The Road”, “Amelia”, “Il massacro di Katlyn”, “Milk”, “Bastardi senza onore”, “Tra le nuvole”, “Green Zone”, “Miracolo a Sant’Anna”, “Wall Street 2-Il denaro non dorme mai”, “La Papessa”, “Giustizia privata”, “The Tourist”, “Samsara”, “Hachiko”, “The Young Victoria”, “I fiori di Kirkuk”, “Viva l’Italia”, “Il discorso del re”,”Departures” (splendida pellicola Giapponese sulla vita di tutti i giorni), “Le ceneri di Angela” (gran film con regia di Alan Parker), “The Iron Lady”, “Placido Rizzotto”, “I guardiani del destino” (tratto da un lavoro di P. K. Dick), “Midnight in Paris”, “Valzer con Bashir”, “J. Edgard”, “Quasi amici”, “La versione di Barney”, “Miracolo a Le Havre”, “la chiave di Sara”, “Fra cielo e terra”, “Letters to Juliet” (film brillante-romantico godibilissimo), “Codice Genesi”, “La regola del silenzio” (pellicola interessante, drammatica, diretta e interpretata da R. Redford e da una grande S. Sarandon), “Lincoln”, “La migliore offerta”, “Welcome”, “La vera storia di Dalton Trumbo”, “Revenant – Redivivo”, “Steve Jobs”, “E’ stata la mano di Dio”, “Cry Macho”, “House of Gucci”, “Binario 6”, “Il Capo perfetto”, “Don’t look up”, “Il potere del cane”, “Mudbound”, “Illusioni perdute”, “Genius” (della tragica vita di Thomas (Tom) Wolfe), “Red Snake”
LETTURE RECENTI:
“L’ombra di quel che eravamo” di Luis Sepùlveda; “Surtree” di Cormac McCarthy; “La tomba di Alessandro. L’enigma” di Valerio Massimo Manfredi; “Ama il tuo nemico” di John Carlin; “Un partigiano chiamato Balilla” di Adriano Molteni; “Vite esagerate” di José Manuel Fajardo;”La tonsillite di Tarzan” di Alfredo Bryce Echenique; “L’isola sotto il mare” di Isabel Allende.
Di Stieg Larsson: “Uomini che odiano le donne”,”La ragazza che giocava col fuoco”, “La regina dei castelli di carta”.
“La montagna dell’anima” di Gao Xingjian; “Una donna” di Sibilla Aleramo, “Il centravanti è stato assassinato verso sera” di Manuel Vazquez Montalban, “Robustezza e fragilità” di Nassim Nicholas Taleb, “Ritratto di gruppo con assenza” di Luis Sepùlveda, “Finale di romanzo in Patagonia” di Mempo Giardinelli”, “Il vicolo della polvere rossa” di Qiu Xiaolong, “Ratti rossi” di Qiu Xiaolong, “La lampada di Aladino” di Luis Sepùlveda, “Il cammello battriano” di Stefano Malatesta, “Storia di Gordon Pym” di E. A. Poe, “Gaio Mario” di Giuseppe Antonelli, “Silla” di Francois Hinard, “Le ali nere del Caravaggio” di Marco Carminati, “Un uomo tranquillo” di Maurice Walsh, “Marco Aurelio” di Pierre Grimal, “Samarcanda” di Amin Maalouf, “La casa della Moschea” di Kader Abdolah, “La via per Isfahan” di Gilbert Sinoué (interessante vita romanzata di Abu Alì ibn Sina, per gli occidentali Avicenna), “Acquavite” di Torgny Lindgren, “Il giocatore” di Fedor Dostoevskij, “1Q84 Libro 1 e 2 Aprile – Settembre” di Murakami Aruki, “La fattoria dei gelsomini” di Elizabeth von Arnim, “Slow Economy” di Federico Rampini; “Il rumore dei baci a vuoto” di Luciano Ligabue, “Bel-Ami” di Guy de Maupassant, “Racconti quotidiani” di Andrea Camilleri; “La scimitarra di Budda” di Emilio Salgari, “A ciascuno il suo” di Leonardo Sciascia, “La zia Julia e lo scribacchino” di Mario Vargas Llosa, “1Q84 Libro 3 Ottobre – Dicembre” di Murakami Aruki, “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico” di Luis Sepulveda, “La democrazia in Europa – Guardare lontano” di Sylvie Goulard e Mario Monti. “Cartagena. 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Il politico” di Jesus Manuel Martinez, “Le lacrime del lago Tai” di Qiu Xiaolong, “L’analfabeta che sapeva contare” di Jonas Jonasson, “Basta piangere” di Aldo Cazzullo, “Il mio nome è Nessuno” di Valerio Massimo Manfredi, “Di seta e di sangue” di Qiu Xiaolong, “Il profumo delle foglie di limone” di Clara Sanchez, “L’emozione delle cose” di Angeles Mastretta, “La ragazza che danzava per Mao” di Qiu Xiaolong, “Il mondo di Anna” di Jostein Gaarder, “Il nero e l’argento” di Paolo Giordano, “Infinito amore” di Massimo Nava, “Ingredienti per una vita di formidabili passioni” di Luis Sepulveda, “After Dark” di Murakami Aruki, “L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio” di Murakami Aruki, “L’orazione per la pace” di Demostene; “L’uomo che credeva di essere se stesso” di David Ambrose, “Ma ho vissuto troppo poco” di J. H. Chase, “Divorzio alla turca” di Esmahan Aykol, “Il leopardo”di Jo Nesbo, “Il delitto di via Brera” di Dario Crapanzano, “Arrigoni e il caso di piazzale Loreto” di Dario Crapanzano, “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza” di Luis Sepùlveda, “Mossad, Le più grandi missioni del servizio segreto israeliano” di Michael Bar-Zohar e Nissim Mishal, “Il mercante di luce” di Roberto Vecchioni, “SMITH & WESSON” di Alessandro Baricco, “Arrigoni e l’omicidio di via Vitruvio” di Dario Crapanzano, “La regola dell’equilibrio” di Gianrico Carofiglio, “L’imperatrice Cixi. La concubina che accompagnò la Cina nella modernità” di Jung Chang, “Sonno” di Murakami Haruki, “La culla vuota” di Mary Higgins Clark, “La sposa giovane” di Alessandro Baricco, “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve” di Jonas Jonasson, “La casa del giudice”, “Il crocevia della tre vedove” e “Il caso Saint-Fiacre” di Georges Simenon, “Cadrà dolce la pioggia e altri racconti” di Ray Bradbury, “Il medaglione” di Andrea Camilleri, “Il commissario Pepe” di Ugo Facco De Lagarda, “Storia di politica sospetta” di Manuel Vazquez Montalban, “Il codice perduto di Archimede” di Reviel Netz e William Noel, “L’amante giapponese” di Isabel Allende, “Storia di un cane che insegnò ad un bambino la fedeltà” di Luis Sepùlveda, “Il commissario Arrigoni e l’omicidio del prete bello” di Dario Crapanzano, “Il console” di Marco Vichi, ” L’assassino, il prete, il portiere” di Jonas Jonasson, “300 GUERRIERI La battaglia delle Termopili” di Andrea Frediani, “Arrigoni e la bella del Chiaravalle” di Dario Crapanzano, “L’avventurosa storia dell’uzbeko muto” di Luis Sepùlveda, “Il signore degli specchi” di Franco Cuomo. “Nuove storie dal vicolo della polvere rossa” di Qiu Xiaolong. “Racconti indiani” di Stéphane Mallarmé. “L’arciere di Azincourt” di Bernard Cornwell. “Il ribelle” di Emma Pomilio. “La fine della storia” di Luis Sepùlveda. “La nevicata dell’85” di Piero Colaprico e Pietro Valpreda. “Teutoburgo” di Valerio Massimo Manfredi. “La simmetria dei desideri” di Eshkol Nevo. “Il mistero della giovane infermiera” di Dario Crapanzano. “Tre piani” di Eshkol Nevo. “Kim” di Rudyard Kipling. “Idi di Marzo” di Valerio Massimo Manfredi. “Turms l’etrusco” di Mika Waltari. “Storie ribelli” di Luis Sepùlveda. “L’uomo che inseguiva la sua ombra” di David Lagercrantz. “Il gran diavolo” di Sacha Naspini. “COLOSSEUM Arena di sangue” di Simone Sarasso. “Il libro di un uomo solo” di Gao Xingjian. “Le stelle del silenzio” di Edmond Hamilton. “La stella della vita” di Edmond Hamilton. “La squillo e il delitto di Lambrate” di Dario Crapanzano. “Oltre l’inverno” di Isabel Allende. “Il simpatizzante” di Viet Thanh Nguyen. “Opium” di Maxence Fermine. “Jerusalem” di Andrea Frediani. “L’università del crimine” di Petros Markaris. “Arcipelago, Isole e miti del mare Egeo” di Giorgio Ieranò. “Alessandro il conquistatore”, Edizioni RBA Italia. “Arrigoni e l’omicidio nel bosco” di Dario Crapanzano. “Steve Jobs, l’uomo che ha inventato il futuro” di Jay Elliot con William L. Simon. “Pericle e la Grecia classica” di Cinzia Bearzot. ” Pastorale americana” di Philip Roth. “L’ultimo respiro del drago” di Qiu Xiaolong. “Il poliziotto di Shangai” di “Qiu Xiaolong. “Cleopatra” di Joachim Brambach. “Il giorno in cui fallì la rivoluzione” di Sergio Romano. “Il tiranno” di Valerio Massimo Manfredi. “La nube purpurea” di M. P. Shiel. “L’uomo che vedeva gli atomi” di Murray Leinstern. “The Game” di Alessandro Baricco. “Il centenario che voleva salvare il mondo” di Jonas Jonasson. “La conoscenza e i suoi nemici (L’era dell’incompetenza e i rischi per la democrazia)” di Tom Nichols. “Attila” di Patrick Howarth.”Difesa a zona” di Petros Markaris. “I grandi nemici di Roma antica” di Philip Matyszak. “Lungo petalo di mare” di Isabel Allene. “Lezioni spirituali per giovani samurai” di Yukio Mishima. “Chimaira” di Valerio Massimo Manfredi. “La ragazza che doveva morire” di David Lagercrantz. “Lo strano caso del dottor Jekill e del signor Hyde” di Robert Louis Stevenson. “Bambini nel tempo” di Ian McEwan. “Una contessa a Chinatown” di Dario Crapanzano. “L’incontro” di Michela Murgia. “Casimiro Rolex” di Franco Di Mare. “Il silenzio. Uno spazio dell’anima” di Erling Kagge. “La sedia di paglia” di Marco Carminati. “Antica madre” di Valerio Massimo Manfredi. “L’assedio, Costantinopoli 1453” di Jack Hight. “Masada” di Maria Grazia Siliato. “La linea d’ombra” di Joseph Conrad. “Le tre profezie” di Giulio Tremonti. “1917 Ottobre rosso” a cura di Antonio Carioti. “Cinquemila chilometri al secondo” di Manuele Fior (Graphic Novel). “No pasaran” di Vittorio Giardino (Graphic Novel). “Vento & Flipper” di Murakami Haruki. “Testimone inconsapevole” di Gianrico Carofiglio.”Le tre del mattino” di Gianrico Carofiglio. “Le donne erediteranno la terra” di Aldo Cazzullo. “Kafka sulla spiaggia” di Murakami Haruki. “Il silenzio dell’onda” di Gianrico Carofiglio. “Il pianto dell’alba” di Maurizio de Giovanni. ” A proposito di Elena” di Giuseppina Norcia. “La cacciatrice di storie perdute” di Sejal Badani. “L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre” di Marilù Oliva. “Il senso della vita” di Ragnar Ohlsson. “Delitto Neruda” di Roberto Ippolito. “Una mutevole verità” di Gianrico Carofiglio. “Troppo freddo per Settembre” di Maurizio de Giovanni. “After dark” di Murakami Haruki. “Paura – Trump alla Casa Bianca” di Bob Woodward. “Il canto di Calliope” di Natalie Haynes. “The Hill We Climb” di Amanda Gorman. “Abbandonare un gatto” di Murakami Haruki. “Le bestie giovani” di Davide Longo. “Processo a Shanghai” di Qiu Xiaolong. “Quando le montagne cantano” di Nguyen Phan Que Mai. “Le isole di Napoleone” di Luigi Mascilli Migliorini. “Sonno” di Murakami Haruki. “Gli assalti alle panetterie” di Murakami Haruki. “Il gatto che voleva salvare i libri” di Sosuke Natsukawa. ” La strana biblioteca” di Murakami Haruki. “L’anulare” di Yoko Ogawa. “La ragazza dello sputnik” di Murakami Haruki. “La morte del fiume” di Guglielmo Petroni. “La canzone di Achille” di Madeline Miller. “L’undicesimo comandamento” di Lester del Rey. “Una rabbia semplice” di Davide Longo. “Il caso Moro e la Prima Repubblica ” di Walter Veltroni. “SPQR Storia dell’antica Roma” di Mary Beard. “L’ultima avventura di Philo Vance” di S. S. Van Dine. “La scialuppa ed altri racconti” di Stephen Crane. “Il ballo” di Irene Nemirovsky. “Il piccolo libro dell’Ikigai. La via giapponese alla felicità” di Ken Mogi. “il Militante” di Viet Than Nguyen. “La stirpe dell’uomo” di Jack Williamson. “Ubuntu. La via africana alla felicità” di Mungi Ngomane. “URSS addio” a cura di Antonio Carioti. “La fuga di Enea” di Antonio Scurati. “Il Padiglione d’oro” di Yukio Mishima. “Le sabbie di Marte” di Arthur C. Clarke. “Paria dei cieli” di Isaac Asimov. “Il popolo dell’autunno” di Ray Bradbury. “L’Eneide di Didone” di Marilù Oliva. “Passeggeri notturni” di Gianrico Carofiglio. “Un semplice caso di infedeltà” di Jacqueline Winspear. “Venivamo tutte per mare” di Julie Otsuka. “La versione di Fenoglio” di Gianrico Carofiglio. “Achille e Odisseo. La ferocia e l’inganno” di Matteo Nucci. “Violeta” di Isabel Allende. “La ladra di parole” di Abi Daré. “Un bosco di pecore e acciaio” di Miyashita Natsu. “I miei giorni alla libreria Morisaki” di Satoshi Yagisawa. “Prima persona singolare” di Murakami Haruki. “Il potere segreto” di Stefania Maurizi. “Il gatto venuto dal cielo” di Hiraide Takashi. “Il segno dei due mondi” di Keith Laumer. “A letto nel medioevo. Come e con chi” di Chiara Frugoni. “Storia stupefacente della filosofia” di Alessandro Paolucci. “Spine” di Franci Conforti. “Ad occhi chiusi” di Gianrico Carofiglio. “La dittatura del pensiero unico” di George Orwell a cura di Martino Cervo. “Non esiste saggezza” di Gianrico Carofiglio. “Morire a Italbar” di Roger Zelazny. “La disciplina di Penelope” di Gianrico Carofiglio. “Musica” di Yukio Mishima. “Alcibiade” di Jacqueline de Romilly. “Enigma Anita” (Storia della donna che ammaliò il mondo) di Elisabetta Rosaspina. “A pochi passi dal sole” di Walter Tevis. “Un’ottica femminile (Le maestre della fotografia)” di Andrea Dusio. “Solcando i sette mari (Piratesse e corsare)” di Federica Capaccioni. “La ragazza del Kyushu” di Matsumoto Seicho. “Sacerdotesse di Atena (Guerriere, condottiere, strateghe)” di Valeria Cammarota. “L’ingegno di Minerva” di Letizia Giangualano. “La misura del tempo” di Gianrico Carofiglio. “Uomini senza donne” (Raccolta di racconti), di Murakami Aruki. “Giovanni de Raude” (L’epica vicenda di un milanese alla conquista di Gerusalemme) di Adriano Molteni. “Maometto e le grandi conquiste arabe” di Francesco Gabrieli. “Gli incappucciati d’ombra” di Edmond Hamilton. “La spedizione della V flotta” di Edmond Hamilton. “Nero su bianco” di Jun’ichiro Tanizaki. “Notte di stelle” di Moser. “Testimoni del presente” di Letizia Giangualano. “Le fontane del Paradiso” di Arthur C. Clarke. “La mia patria è il mondo intero (Le grandi viaggiatrici)” di Luca Nicola
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