Posts Tagged ‘cielo’

dalla Cina: Mo Yan (Nobel per la letteratura 2012)

12/04/2020

“Si sentiva stremata, l’appiglio sfuggente al presente, l’appiglio al mondo e alla vita, le sarebbe presto scivolato dalle mani. Era questa la morte? Stava forse per morire? Non avrebbe più rivisto il cielo, la terra, il sorgo, suo figlio, e il suo amante che combatteva alla testa dei soldati? Gli spari risuonavano in lontananza oltre la fitta cortina di nebbia. Douguan! Douguan! Figlio mio, aiutami, tienimi stretta, tua madre non vuole morire. Oh, cielo! Cielo… mi hai donato un amante, un figlio, la ricchezza, e questi trenta anni di vita densa come il sorgo rosso. Cielo, me le hai donate queste cose, non puoi riprendertele, perdonami, ma lasciami andare! Cielo, pensi che io sia in colpa? Credi che se avessi diviso il cuscino con un lebbroso, e generato un mostro rognoso e purulento insozzando questo bel mondo sarei stata nel giusto? Cielo, cos’è la castità? Cos’è la giusta via? Cos’è la bontà? Cos’è il male? Non me l’hai mai detto, ho sempre dovuto sbrigarmela da sola. Amo la felicità, amo la forza, amo la bellezza, il mio corpo mi appartiene, sono padrona di me stessa, non ho paura di sbagliare, non ho paura della punizione, non ho paura di entrare nei diciotto gironi del tuo inferno. Ho fatto tutto ciò che dovevo fare e ciò che andava fatto, e non temo nulla. Ma non voglio morire, voglio vivere, voglio vedere ancora un po’ di mondo. Cielo…“ 

da “Sorgo Rosso”, Romanzo

dalla Germania: Ernst Meister

23/03/2020

SAPESSI DA DOVE

Sapessi da dove

viene il pianto

da quale blu del cielo …

Voglio

chiamarlo nostalgia di casa

dei tuoi

battiti del cuore.

Ernst Meister (1911 – 1979)

dalla Russia: Aleksàndr Blok

18/03/2019

” Il vento portò da lontano “.

Il vento portò da lontano
l’accenno di un canto primaverile,
chissà dove, lucido e profondo
si aprì un pezzetto di cielo
In questo azzurro smisurato,
fra barlumi della vicina primavera
piangevano burrasche invernali,
si libravano sogni stellati
Timide, cupe e profonde
piangevano le mie corde
Il vento portò da lontano
le sue squillanti canzoni.

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dal Cile: Pablo Neruda

09/02/2019

:

POEMA IN DIECI VERSI

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Era il mio cuore un’ala viva e torbida

e paurosa ala d’anelito.

Era Primavera sui campi verdi.

Azzurra era l’altezza ed era smeraldo il suolo.

Lei – quella che mi amava – morì in Primavera.

Ricordo ancora i suoi occhi di colomba in veglia.

Lei – quella che mi amava – chiuse gli occhi. Sera.

Sera di campo, azzurro. Sera d’ali e di voli.

Lei – quella che mi amava – morì in Primavera.

E si portò la Primavera al cielo.

dal Brasile: Cecilia Meireles (1901-1964)

28/01/2019

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Non cercare là.
Ciò che è, sei tu.
Sta in te.
In tutto.
La goccia è stata nella nuvola.
Nella linfa.
Nel sangue.
Nella terra.
E nel fiume che si è aperto nel mare.
E nel mare che si è coagulato in mondo.
Tu hai avuto un destino così.
Fatti a immagine del mare.
Datti alla bocca azzurra del cielo.
Ma fuggi di nuovo a terra.
Ma non toccare le stelle.
Torna di nuovo a te.
Riprenditi.

Canti Cheyenne, canti Apache

17/01/2019

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L’origine del mondo

All’inizio del mondo

è stata la Grande Tartaruga

a farci dono della Terra,

dopo aver attraversato

le acque gialle del Nulla.

Così mio padre ha detto.

Frustrazione

Ho lunghe ore d’attesa sulle spalle

e non arriva il cervo,

si nasconde la lepre.

Venite a me, animali,

i sono stanco

di contare le nuvole,

i fili d’erba,

e le mie frecce,

sempre le stessa quantità,

nella faretra.

Unità

Il cibo che cuoce

di fronte alla mia casa

renderà forte me e la mia famiglia.

L’acqua che cade dal cielo

ci purificherà,

rendendoci più uniti.

Come grano sui campi cresceremo.

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Info >> Testi tratti da Il sole è il padre di mio padre(102 canti Cheyenne e Apache), ed. Mondadori: I miti

della Libertà (una volta ancora)

30/09/2018

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“La libertà, Sancho, è uno dei doni più preziosi che il cielo abbia dato agli uomini; non può essere eguagliato neppure da tutti i tesori che racchiude la terra o che custodisce il mare: per la libertà così come per l’onore, si può e si deve mettere in gioco la vita.”

Miguel de Cervantes, Don Chisciotte

 

dalla Bulgaria: Blaga Dimitrova

02/01/2014

………...SENZA AMORE

Da questo momento vivrò senza amore.
Libera dal telefono e dal caso.
Blaga DimitrovaNon soffrirò. Non avrò dolore né desiderio.
Sarò vento imbrigliato, ruscello di ghiaccio.

Non pallida per la notte insonne –
ma non più ardente il mio volto.
Non immersa in abissi di dolore –
ma non più verso il cielo in volo.
Non più cattiverie – ma nemmeno
gesti di apertura infinita.
Non più tenebre negli occhi, ma lontano
per me non s’aprirà l’ orizzonte intero.

Non aspetterò più, sfinita, la sera –
ma l’alba non sorgerà per me.
Non mi inchioderà, gelida, una parola –
ma il fuoco lento non mi arderà.
Non piangerò sulla crudele spalla –
ma non riderò più a cuore aperto.
Non morrò solo per uno sguardo –
ma non vivrò realmente mai più.

Blaga Dimitrova

 

dell’amore e degli addii

18/01/2011

 

Addio, amore, dissi e chiusi la porta con dolcezza,   …..

Non avevo mai visto una donna così bella. Nello splendore dei quarant’anni il suo corpo aveva la perfezione di una continua sorpresa, i lunghi capelli biondi erano della stessa sfumatura del miele nel favo, e l’azzurro intenso dei suoi occhi parlava di navigazioni in tutti i mari, in tutte le bonacce e in tutte le tempeste. Il suo splendore sfuggiva allo stereotipo, peraltro veritiero, della bellezza delle tedesche del Nord. Era molto di più: quella donna era un classico.   …..

Parlava con le labbra, enfatizzava con gli occhi, ornava gli aggettivi portandosi una mano ai capelli biondi, e neppure le parole più belle avevano il fresco candore dei suoi denti.


Da L’isola”

racconto di Luis Sepulveda