Archive for the ‘Dell’amore e d’altre anomalie’ Category
del matrimonio
23/02/2023dell’Amore
04/02/20212021: Propositi per il Nuovo anno
31/12/2020Il 2020 è agli sgoccioli e ciascuno di noi, io credo, lo vuole dimenticare al più presto.
Un anno pesante, doloroso, opprimente, pieno di paure, di lacrime, di chiusure d’aziende, di precarietà diffuse, d’instabilità familiari, di compressione dei redditi, di lontananza degli affetti e di tant’altro ancora.
Ma l’amore, nella più ampia accezione del termine, pur nelle tante limitazioni c’è ancora, motore insostituibile del sopravvivere, del vivere, dello sperare nel futuro prossimo della nostra esistenza.
Ed all’anno nascente, ed a Voi tutti, amici lettori, dedico una poesia dell’amore più classico. Una poesia scritta da un anonimo tzigano per la sua donna, il suo grande amore al quale garantisce attraverso lo scorrere dei mesi l’incessante fluire dei suoi sentimenti, del suo Amore.
Propositi d’amore per l’anno nuovo
Di gennaio vi amerò per la vostra fronte,
bianca e ampia come una chiostra di montagne.
Di febbraio vi amerò per le vostre ciglia,
leggere e morbide come il pelo del capriolo.
Di marzo vi amerò per le vostre labbra,
tenere e rosse come la scorza del sole alto nel cielo.
D’aprile vi amerò per il vostro seno,
che è rotondo e dolce come la mela selvatica.
Di maggio vi amerò per il vostro ventre,
che è morbido e sinuoso come un anfratto tra le colline.
Di giugno vi amerò per le vostre gambe,
che sono alte e flessuose come le colonne tortili del portico.
Di luglio vi amerò per i vostri piedi,
bianchi e timidi come le ninfee socchiuse sullo stagno.
Di agosto vi amerò per la vostra voce,
roca e fonda come l’acqua ribollente dei torrenti.
Di settembre vi amerò per il vostro sorriso,
misterioso e sfuggente come il ventaglio delle nostre madri.
D’ottobre vi amerò per i vostri genitori,
che mi hanno fatto il regalo di mettervi al mondo.
Di novembre vi amerò per la vostra promessa,
che mi sposerete al calare della terza luna.
Di dicembre vi amerò per la vostra fedeltà,
perché amerete me, soltanto me, sino alla fine dei giorni.
Anonimo tzigano
della fortuna del leggere
22/10/2020
.Cari amici,
ancorché accanito lettore è raro ch’io consigli la lettura di un qualche libro. Specialmente di un romanzo.
Sono cosi personali e variegati i singoli gusti, i tanti generi, le diverse sensibilità, i possibili intrecci, le infinite epoche di riferimento, la fascinazione delle descrizioni. Rischioso, allora, fare segnalazioni, in particolare se, di mestiere, non si è un critico letterario.
Oggi, comunque, faccio un’eccezione.
Quasi per caso mi sono imbattuto in una splendida storia. Un libro, a mio giudizio, strepitoso, affascinante: “La cacciatrice di storie perdute” di Sejal Badani, autrice a me sconosciuta. Un romanzo abbagliante, intenso, gioioso e doloroso ad un tempo. Una storia di riscatto, di speranza, d’amicizia. Un racconto ben collocato temporalmente, un evento possibile che ho vissuto pagina dopo pagina senza stancarmene mai, senza pentirmi delle ore rubate al sonno. Una lettura che m’ha scaldato il cuore dandomi molto, molto da riflettere.
Certamente non ho rimpianto un solo momento dedicato alla lettura: un susseguirsi di eventi scintillanti, di luci abbaglianti e soffuse, contemporaneamente.
Leggetelo e donatelo. Certamente vi farete nuovi amici, nuove amiche. Non ve ne pentirete. E, ne sono convinto, il suo ricordo permarrà a lungo nelle Vostre menti.
In amicizia.
banzai43
Buona Pasqua
11/04/2020Amore in solitudine
11/04/2020Quasi Pasqua, il mio regalo a tutti gli innamorati forzatamente, disperatamente lontani, in solitudine; i pensieri ribollenti e la malinconia come sentimento preminente. Coraggio, il vostro amore, grande come il mare, è là che vi aspetta; è costruito sulla roccia ed ha radici forti come le querce. Abbiate fiducia, ripensate ai bei momenti passati in attesa di viverne di nuovi ancora più intensi. Buona Pasqua.
banzai43
E la gente rimase a casa (Poesia)
20/03/2020Amici miei carissimi, eccovi una poesia (molto bella) che sta circolando in rete, attribuita a Kathleen O’Meara (poetessa franco-irlandese), pare per errore. Forse composta da Kitty O’Meara, ma molti sono i dubbi; rivendicata da Irene Vella, forse la reale autrice.
La regalo a chi ancora non l’avesse letta. Comunque sia è bella, ancor più se slegata dal coronavirus.
Forza amici. Anche questa volta #celafaremo
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E la gente rimase a casa
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E la gente rimase a casa
e lesse libri e ascoltò
e si riposò e fece esercizi
e fece arte e giocò
e imparò nuovi modi di essere
e si fermò
e ascoltò più in profondità
qualcuno meditava
qualcuno pregava
E la gente rimase a casa
e lesse libri e ascoltò
e si riposò e fece esercizi
e fece arte e giocò
e imparò nuovi modi di essere
e si fermò
e ascoltò più in profondità
qualcuno meditava
qualcuno pregava
qualcuno ballava
qualcuno incontrò la propria ombra
e la gente cominciò a pensare in modo differente
Bell’Italia: “Andrà tutto bene”
15/03/2020della saggezza e dell’errore
15/03/2020dall’Italia: Guido Gozzano (1883-1916)
11/03/2020.
COCOTTE
(Guido Gozzano)
I
Ho rivisto il giardino, il giardinetto
contiguo, le palme del viale,
la cancellata rozza dalla quale
mi protese la mano ed il confetto…
II
.«Piccolino, che fai solo soletto?»
«Sto giocando al Diluvio Universale.»
Accennai gli stromenti, le bizzarre
cose che modellavo nella sabbia,
ed ella si chinò come chi abbia
fretta d’un bacio e fretta di ritrarre
la bocca, e mi baciò di tra le sbarre
come si bacia un uccellino in gabbia.
Sempre ch’io viva rivedrò l’incanto
di quel suo volto tra le sbarre quadre!
La nuca mi serrò con mani ladre;
ed io stupivo di vedermi accanto
al viso, quella bocca tanto, tanto
diversa dalla bocca di mia Madre!
«Piccolino, ti piaccio che mi guardi?
Sei qui pei bagni? Ed affittate là?»
«Sì… vedi la mia mamma e il mio Papà?»
Subito mi lasciò, con negli sguardi
un vano sogno (ricordai più tardi)
un vano sogno di maternità…
«Una cocotte!…»
………………….«Che vuol dire, mammina?»
«Vuol dire una cattiva signorina:
non bisogna parlare alla vicina!»
Co-co-tte… La strana voce parigina
dava alla mia fantasia bambina
un senso buffo d’ovo e di gallina …
Pensavo deità favoleggiate:
i naviganti e l’Isole Felici…
Co-co-tte… le fate intese a malefici
con cibi e con bevande affatturate…
Fate saranno, chi sa quali fate,
e in chi sa quali tenebrosi offici!
III
.Un giorno – giorni dopo – mi chiamò
tra le sbarre fiorite di verbene:
«O piccolino, non mi vuoi più bene!…»
«è vero che tu sei una cocotte?»
Perdutamente rise… E mi baciò
con le pupille di tristezza piene. (more…)