Archive for the ‘Dei miei poeti preferiti’ Category

dal Vietnam: Ho Chi Min

13/04/2023

NOTTE DI LUNA

        Ho Chi Min 

Che fare quando

si è in carcere senz’alcol,

senza un fiore

in una notte dolce

con un tempo stupendo?

Dallo spiraglio, contemplo

la luna che splende

e lei guarda il poeta

attraverso le sbarre.

HO CHI MINH 

(Rivoluzionario e politico vietnamita)

dagli USA: Walt Whitman

04/02/2023

CANTO IL SE’

(da Foglie d’erba)

Walt Whitman 2

Canto il sé, la semplice singola persona,
ma aggiungo anche la parola Democratico, la parola in – Massa.

La fisiologia da capo a piedi, canto.
Né la fisionomia né il cervello sono degni da soli della Musa,
la Forma completa è di gran lunga più degna.
Canto imparzialmente la Femmina insieme col Maschio.

La vita immensa nella sua passione, impulso, e forza,
gioiosamente, per un più libero agire sotto le leggi divine,
l’Uomo Moderno, io canto.

dal Kurdistan: Asia Ramazan Antar

15/01/2023

Asia Ramazan Antar è morta in uno scontro a fuoco il 30 Agosto 2016, poco più che diciottenne. E’ stata una guerrigliera e attivista curda con cittadinanza siriana, in lotta per la creazione dello stato del Kurdistan capace di raccogliere sotto la propria bandiera una genia ora ripartita fra Turchia e Siria.

Ciò che propongo è il Suo testamento morale, una poesia che scrisse e inviò alla madre quale “testamento e lettera di addio”.

Da parte mia trovo il testo bellissimo, con la freschezza che solo un giovane può donare quando, nonostante tutto, il suo animo è ancora ricco di speranza.

Asia Ramazan Antar

Io vado, madre.

Se non torno,

sarò fiore di questa montagna,

frammento di terra per un mondo

più grande di questo.

Io vado, madre.

Se non torno,

il corpo esploderà là dove si tortura

e lo spirito flagellerà, come

l’uragano, tutte le porte.

Io vado … Madre …

Se non torno,

la mia anima sarà parola …

per tutti i poeti.

Io tornerò

28/03/2021

Giorni or sono la giornata è stata dedicata al ricordo dei morti per Covid. In loro memoria, da parte mia, dedico a tutti una bella poesia di Pablo Neruda capace, lui poeta, di prospettare il ritorno dalla morte ai luoghi più cari. Buona Pasqua a tutti.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è a_caneinviaggio1.jpg

banzai43

I o   t o r n  e r ò

Un giorno, uomo o donna, viandante,

dopo, quando non vivrò,

cercate qui, cercatemi

tra pietra e oceano,

alla luce burrascosa

della schiuma.

Qui cercate, cercatemi,

perché qui tornerò senza dire nulla,

senza voce, senza bocca, puro,

qui tornerò a essere il movimento

dell’acqua, del

suo cuore selvaggio,

starò qui, perso e ritrovato:

qui sarò forse pietra e silenzio.

Pablo Neruda

dal Perù: CésarVallejo

16/02/2021

Pietra nera su una pietra bianca

.
Morirò a Parigi nello scroscio
di un giorno che ho già vivo nel ricordo.
Morirò a Parigi – non m’inganno –
come oggi forse un giovedì d’autunno.
.
Di giovedì sarà. Oggi che proso
questi versi e gli omeri ho malmesso,
è giovedì e mai come oggi giunsi,
con tanta strada a rivedermi solo.
.
César Vallejo è morto, lo picchiavano
tutti senza che lui facesse nulla;
lo legnavano sodo e duramente
.
lo cinghiavano: sono testimoni
i giorni giovedì, l’ossa degli omeri,
la vita sola, la pioggia, le strade…

dall’Italia: Giovanni Pascoli

31/10/2020

Momento attuale difficile per la nostra Nazione per la Nostra Patria. Ricordiamoci, allora, delle nostre glorie: Pascoli, una di esse.

……  ALEXANDROS

.

.

.

.

.

..

.

..

.

.

– Giungemmo: è il Fine. O sacro Araldo, squilla!
Non altra terra se non là, nell’aria,
quella che in mezzo del brocchier vi brilla,

o Pezetèri: errante e solitaria
terra, inaccessa. Dall’ultima sponda
vedete là, mistofori di Caria,

l’ultimo fiume Oceano senz’onda.
O venuti dall’Haemo e dal Carmelo,
ecco, la terra sfuma e si profonda

dentro la notte fulgida del cielo.

Fiumane che passai! voi la foresta
immota nella chiara acqua portate,
portate il cupo mormorìo, che resta.

Montagne che varcai! dopo varcate,
sì grande spazio di su voi non pare,
che maggior prima non lo invidïate.

Azzurri, come il cielo, come il mare,
o monti! o fiumi! era miglior pensiero
ristare, non guardare oltre, sognare:

il sogno è l’infinita ombra del Vero.

Oh! più felice, quanto più cammino
m’era d’innanzi; quanto più cimenti,
quanto più dubbi, quanto più destino!

(more…)

dalla Spagna: Federico Garcìa Lorca

25/10/2020

Vento di notturno

Ho tanta paura
delle foglie morte,
paura dei prati
gonfi di rugiada.
Vado a dormire;
se non mi sveglierai
lascerò al tuo fianco
il mio freddo cuore.

Che cosa suona
così lontano?
Amore. Il vento sulle vetrate,
amor mio!

Ti cinsi collane
con gemme d’aurora.
Perché mi abbandoni
su questo cammino?
Se vai tanto lontana
il mio passero piange
e la vigna verde
non darà il suo vino.

Che cosa suona
così lontano?
Amore. Il vento sulle vetrate,
amor mio!

Non saprai mai
o mia sfinge di neve,
quanto
t’avrei amata
quei mattini
quando a lungo piove
e sul ramo secco
si frantuma il nido.

Che cosa suona
così lontano?
Amore. Il vento sulle vetrate,
amore mio!

dalla Grecia: Kostantinos Kavafis

06/08/2020

E se non puoi la vita che desideri.

.

E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole in un viavai frenetico.

Non sciuparla portandola in giro
in balìa del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.

.

Constantinos Kavafis

Alessandria d’Egitto 29.4.1863 – 29.4.1933

dall’Iraq: Nazik Al-Mala’ika

19/04/2020

INVITO ALLA VITA

Arrabbiati, ti amo arrabbiato e ribelle,

rivoluzione cocente, esplosione.

Ho odiato il fuoco che dorme in te, sii di brace

diventa una vena appassionata, che grida e s’infuria.

Arrabbiati, il tuo spirito non vuole morire 

non essere silenzio innanzi al quale scateno la mia tempesta.

La cenere degli altri mi è sufficiente, tu, invece, sii di brace.

Diventa fuoco ispiratore delle mie poesie.

Arrabbiati, abbandona la dolcezza, non amo ciò che è dolce

il fuoco è il mio patto, non l’inerzia o la tregua con il tempo

non riesco più ad accettare la serietà e i suoi toni gravi e tranquilli.

Ribellati al silenzio umiliante 

non amo la dolcezza 

(more…)

dall’Italia: Dino Campana

16/04/2020

Barche amorrate

 

.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Le vele le vele le vele

Che schioccano e frustano al vento

Che gonfia di vane sequele

Le vele le vele le vele!

Che tesson e tesson: lamento

Volubil che l’onda che ammorza

Ne l’onda volubile smorza

Ne l’ultimo schianto crudele

Le vele le vele le vele

 

DINO CAMPANA, Canti Orfici, Varie e frammenti.