Ecco un nuovo 8 Marzo, diverso dai più recenti, simile a quelli dei tanti anni di sofferenza seguiti alla fine della più recente guerra mondiale quando le donne, più che mai, sono state il fulcro della rinascita nazionale, il collante delle famiglie, la voce della speranza.
E nuovamente cosi, oggi, con la serpeggiante paura della malattia sconosciuta, si presenta la donna. Garante dell’unità morale, portatrice di speranza ed armonia, amministratrice saggia dei problemi domestici, ma pure campionessa nel lavoro dove in nulla è seconda all’uomo che spesso sopravanza.
Riprendendo, da parte mia, quanto riportato da un volantino sindacale, nell’unico giorno dell’anno dichiaratamente ad Essa dedicato, si ricordi la donna e la si celebri, con le parole dell’immortale bardo britannico che ben sapeva, sin da allora, cos’era ed è una donna e cosa essa affronta ogni giorno per starci vicino ed aiutarci a vivere.
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Per tutte le violenze consumate su di Lei,
per tutte le umiliazioni che ha subito,
per il suo corpo che avete sfruttato,
per la sua intelligenza che avete calpestato,
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
per la libertà che le avete negato,
per la bocca che le avete tappato,
per le ali che le avete tagliato
per tutto questo:
in piedi, Signori, davanti ad una Donna.
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William Shakespeare