Il 2020 è agli sgoccioli e ciascuno di noi, io credo, lo vuole dimenticare al più presto.
Un anno pesante, doloroso, opprimente, pieno di paure, di lacrime, di chiusure d’aziende, di precarietà diffuse, d’instabilità familiari, di compressione dei redditi, di lontananza degli affetti e di tant’altro ancora.
Ma l’amore, nella più ampia accezione del termine, pur nelle tante limitazioni c’è ancora, motore insostituibile del sopravvivere, del vivere, dello sperare nel futuro prossimo della nostra esistenza.
Ed all’anno nascente, ed a Voi tutti, amici lettori, dedico una poesia dell’amore più classico. Una poesia scritta da un anonimo tzigano per la sua donna, il suo grande amore al quale garantisce attraverso lo scorrere dei mesi l’incessante fluire dei suoi sentimenti, del suo Amore.
Propositi d’amore per l’anno nuovo
Di gennaio vi amerò per la vostra fronte,
bianca e ampia come una chiostra di montagne.
Di febbraio vi amerò per le vostre ciglia,
leggere e morbide come il pelo del capriolo.
Di marzo vi amerò per le vostre labbra,
tenere e rosse come la scorza del sole alto nel cielo.
D’aprile vi amerò per il vostro seno,
che è rotondo e dolce come la mela selvatica.
Di maggio vi amerò per il vostro ventre,
che è morbido e sinuoso come un anfratto tra le colline.
Di giugno vi amerò per le vostre gambe,
che sono alte e flessuose come le colonne tortili del portico.
Di luglio vi amerò per i vostri piedi,
bianchi e timidi come le ninfee socchiuse sullo stagno.
Di agosto vi amerò per la vostra voce,
roca e fonda come l’acqua ribollente dei torrenti.
Di settembre vi amerò per il vostro sorriso,
misterioso e sfuggente come il ventaglio delle nostre madri.
D’ottobre vi amerò per i vostri genitori,
che mi hanno fatto il regalo di mettervi al mondo.
Di novembre vi amerò per la vostra promessa,
che mi sposerete al calare della terza luna.
Di dicembre vi amerò per la vostra fedeltà,
perché amerete me, soltanto me, sino alla fine dei giorni.
Anonimo tzigano