Archive for novembre 2019

della passata giovinezza

29/11/2019

“Nel vedere persone famose, rese ottuse dall’età, fallire, commettere digressioni, atti folli e vili, penso che la gioventù, pur nella sua imprudenza e nella sua impazienza, sia più onesta e saggia. E’ piuttosto nella seconda parte della vita che si diviene frivoli e si smarrisce la giusta direzione.”

Charles A. de Saint-Beuve (1804-1869)

(Critico letterario, scrittore e aforista francese)  

della politica … o del bene comune

28/11/2019

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Ciò che non fa bene all’alveare non può far bene alle api.

Marco Aurelio (121 – 180 d.C.)

(Imperatore romano, filosofo stoico, scrittore)

del silenzio

27/11/2019

. Perfino lo stolto, se tace, è reputato sapiente; se chiude le sue labbra, è reputato intelligente. (Bibbia)

. Chi onestamente serve e tace, fa molto. (L. Schefer)

. Parlare accortamente è spesso difficile, ma accortamente tacere è ancora più difficile. (F. Bodenstedt)

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dalla Germania: C. J. Heinrich Heine

26/11/2019

Non giurare, baciami soltanto…

Non giurare, baciami soltanto,
non credo di donna ai giuramenti!
Le tue sono dolci parole, ma
più dolce è il bacio che t’ho rapito!
Lo possiedo e reputo, inoltre,
la parola futil nebbia e vento.

Giura pur, mia cara, giura sempre,
credo alla tua semplice parola!
Sul petto tuo voglio gettarmi
e credere che sono felice;
io credo, cara, ch’eternamente
e ancora a lungo tu m’amerai.

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dagli Stati Uniti d’America: Emily Dickinson

23/11/2019

Morii per la bellezza, ma ero appena
composta nella tomba
che uno morto per la verità fu adagiato
nella fossa vicina.

Mi chiese sottovoce perché fossi caduta.
“Per la Bellezza”, risposi.
“E io per la Verità, – è una cosa sola;
fratelli noi siamo”, egli disse.

Così, quali congiunti che s’incontrino una notte,
parlammo da una cella all’altra
fin che il musco ebbe raggiunte le nostre labbra
e ricoperti i nostri nomi.

(Time and Eternity X)

M. A. Denti Editore

 

dalla Germania: Heinrich Heine

12/11/2019

Amore mio, noi sedevamo insieme
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Amore mio, noi sedevamo insieme
nell’intimo d’una barca leggera.
Navigavam nella notte silente
sulla strada infinita dei flutti.

L’isola degli Spiriti, sì bella,
tenue appariva al chiarore lunare;
al suono dolce d’una melodia
eseguiva la nebbia la sua danza.

Sempre più dolce si fa la musica
e sempre più vorticosa la danza;
noi allor davanti a lei passammo,
senza conforto sul mare infinito.

Heinrich Heine

del Poeta

11/11/2019

Un poeta è un mondo chiuso dentro un uomo.

VICTOR HUGO

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dalla Germania: Elli Michler

10/11/2019

Ti auguro tempo

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Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.

Ti auguro tempo, non per affrettarti e correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per contare le stelle
e tempo per crescere, per maturare. 

Ti auguro tempo, per sperare nuovamente e per amare.

Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo,
tempo per la vita.

………. Elli Michler

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Interessanti proverbi mongoli

09/11/2019

Viaggiando in rete si trova di tutto un po’.  Ecco alcuni proverbi sui quali mi sembra utile riflettere e ricordarne, poi, l’insegnamento.

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“Una capra ha la stessa voglia di vivere di un uomo.”

“Due amici sono più forti di un muro di pietra.”

“Non schernire il cucciolo indifeso, può diventare la bestia feroce.”

“Meglio avere le ossa infrante che il nome disonorato.”

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dall’Argentina: Julio Cortàzar

06/11/2019

……Se devo vivere

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Se devo vivere senza di te, che sia duro e cruento,
la minestra fredda, le scarpe rotte, o che a metà dell’opulenza
si alzi il secco ramo della tosse, che latra
il tuo nome deformato, le vocali di spuma, e nelle dita
mi si incollino le lenzuola, e niente mi dia pace.
Non imparerò per questo a meglio amarti,
però sloggiato dalla felicità
saprò quanta me ne davi a volte soltanto standomi nei pressi.
Questo voglio capirlo, ma mi inganno:
sarà necessaria la brina dell’architrave
perché colui che si ripari sotto il portale comprenda
la luce della sala da pranzo, le tovaglie di latte, e l’aroma
del pane che passa la sua mano bruna per la fessura.

Tanto lontano ormai da te
come un occhio dall’altro,
da questa avversità che assumo nascerà adesso
lo sguardo che alla fine ti meriti.