E’ nuovamente estate, un’altra stagione da vivere. Viaggi, scoperte (e riscoperte), riposo e stanchezza rilassata delle notti “tirate” sino all’alba, magari in spiaggia a giocare con l’onda ad assaporarne la salinità in attesa del primo sole e, alte all’orizzonte, le prime barche in ritorno col pescato. Pensieri di mare amico, dal rilassante sciabordio verso la riva, musica primeva che culla, che diluisce i pensieri e poi li annulla, che ristora e rilassa. Mare fraterno!
Conrad però scrisse: “The sea has never been friendly” e, forse, gli antichi sarebbero stati d’accordo con lui considerato che già da Omero, “il mare è l’elemento ingovernabile, insondabile e infido per eccellenza, simbolica rappresentanza dell’instabilità e della precarietà dell’esistenza umana.” (Giorgio Ieranò: Arcipelago, Ed. Einaudi).
Ma eccovi cosa scrisse, esattamente, Joseph Conrad a proposito del mare.
“Mai il mare è stato amico dell’uomo, nonostante tutto ciò che si è detto dell’amore che certe nature (a terra) professano di sentire per lui, nonostante tutte le celebrazioni di cui è stato oggetto in prosa e in poesia. Tutt’al più è stato complice dell’umana irrequietezza, e ha svolto la parte di
pericoloso istigatore di ambizioni universali. Leale con nessuna razza umana com’è leale la tenera terra, il mare che rifiuta ogni impronta che deriva dal valore, dalla fatica, dall’abnegazione, che non riconosce alcun dominio come definitivo, non ha mai adottato la causa dei suoi padroni come hanno fatto invece quelle terre dove le nazioni vittoriose del genere umano hanno messo radici , dondolando le loro culle e innalzando le loro pietre tombali. Stolto è colui -uomo o popolo- che, confidando nell’amicizia del mare, trascura la forza e l’astuzia della sua mano destra! Quasi fosse troppo grande, troppo potente per le virtù ordinarie, l’oceano non ha compassione, non fede, non legge, non memoria.”
(J. Conrad, Lo specchio del mare (1906)
10/08/2018 alle 23:16
L’uomo non può competere con le forze della natura. Egli è infinitamente piccolo e fragile di fronte all’immensità del mare e alla grandiosità delle montagne. Ogni anno si registrano incidenti mortali, proprio per quelle persone che maggiormente si ritengono “esperte” e in grado di competere con oceani e montagne. Anche oggi una tragedia sul Monte Bianco: tre giovani hanno perso la vita cadendo in un crepaccio.
Mai fidarsi. E’ proprio quando ci si sente sicuri che si commettono sbagli e la natura ha il sopravvento.
Buona estate!