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O natura, profonda e tranquilla, tu ignori il bene e il male e lasci l’uomo nella sua infinita miseria. Tu crei il bisogno, l’istinto, l’appetito, per cui il forte mangia il debole e il grande mangia il piccolo. Che importa! Nascete, andate, formicolate per la tomba.
Archive for agosto 2015
della Natura
31/08/2015della principale preoccupazione
24/08/2015
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Perdere il passaporto era l’ultima delle mie preoccupazioni, perdere un taccuino era una catastrofe.
Bruce Chatwin
dal cuore antico della Grecia: Erinna
22/08/2015ERINNA
Questo è un favo di Lesbo, d’Erinna:
una piccola cosa,
che le Muse colmarono di miele.
Sono i suoi versi trecento, ma valgono quelli di Omero.
Era una bimba di diciannove anni,
con un madre temuta. Sedeva alla rocca, alla tela,
nel suo servigio dedita alle Muse.
Se nella lirica vale più Saffo di Erinna, del pari
Negli esametri Erinna vince Saffo.
(Epigramma di ANONIMO, contenuto nell’Antologia Palatina)
Questa è la dolce fatica d’Erinna, di piccola mole
-era una bimba di diciannove anni-
Ma più gagliarda di molte. Se L’Ade a me non veniva
Così precoce, chi così famoso?
(ASCLEPIADE DI SAMO)
Ecco a Voi una immediata presentazione di Erinna, una delle “nove muse terrestri” dell’antichità. Se ne trae la certezza che il poetare d’Erinna fosse non secondario, importante anzi capace di non sfigurare al confronto con i versi d’Omero e non inferiori a quelli di Saffo della quale fu contemporanea e, forse, compagna.
Erinna nacque a Teno (o Telo?), isola della Cicladi vicino a Cnido o, forse, nell’isola di Kos e visse
attorno al 350 a C. Acquisì fama già in vita, fama che si ampliò attraverso le lodi dei poeti che conobbero, apprezzarono e divulgarono i suoi versi. La sua opera ci risulta esigua e composta da epigrammi ed esametri. Parte in dialetto eolico e parte in dialetto dorico è il poemetto “La conocchia”, di 300 esametri (una sessantina dei quali noti) dedicato all’amica Baucide, morta poco dopo le nozze. In questo lavoro, di grande dolcezza, Erinna esprime il proprio dolore ricordando la compagna di giochi, le confidenze, i momenti spensierati passati con lei ed il lavoro di ambedue quando filavano.
Nel 160 a C., la sua fama ancora salda, Antipatro di Sidone scrisse:
Pochi i versi d’Erinna, non ricchi i suoi canti, ma dono
Fu della Musa questo carme breve.
Ecco perché nel ricordo si staglia né resta avvolto
Nell’ala ombrosa della notte nera.
Noi, questa massa promiscua d’innumeri nuovi poeti,
Ci struggiamo, straniero, nell’oblio.
Meglio il bisbiglio del cigno che un gran crocidare di gracci
Che dilaga fra nubi a primavera
Della vita di Erinna quasi null’altro è noto. Così pure della sua morte: non se ne conosce il luogo e l’anno. La tradizione la vuole avvenuta a diciannove anni, ma non vi sono riscontri storici. E’ probabile, peraltro, che sia avvenuta in giovane età. Al riguardo propongo questo testo di Anonimo:
Fresco il tuo parto – un maggio ridente di canti di miele –
fresca al labbro di cigno la favella,
quando nell’Ade ti spinse, sull’onda larga dei morti,
la Parca, che conocchia regge e fila.
L’alta fatica dei versi proclama che morta non sei,
Erinna, e danzi con le Muse in coro.
Ed ancora, di Leonida (o Meleagro) questi ultimi versi:
Vergine ape novella fra tutti i poeti, mieteva
fiori di Muse Erinna. All’imeneo
Ade la trasse di forza. Con quanta ragione la bimba
“Ade – diceva – tu maligno sei!”
la saggezza di Giulio
21/08/2015.
Amo il tradimento, ma odio il traditore.
GIULIO CESARE
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del successo
20/08/2015Il successo è doversi preoccupare di ogni maledetta cosa al mondo, tranne che del denaro.
Johnny CASH
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Ancor d’amore …
18/08/2015
Quando si è innamorati, basta un niente per essere ridotti alla disperazione o per toccare il cielo con un dito.
GIACOMO CASANOVA . .
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… il giorno dopo: S. Rocco
16/08/2015… oggi, il giorno dopo (dopo Ferragosto, intendo) la Chiesa ricorda San Rocco, pellegrino nato a Monpellier, forse nel 1345 e morto a Vogherà attorno al 1376-1379.
Perché mai dedicare un post ad un santo e perché mai proprio a San Rocco? Forse perché, a mio giudizio (ed io sono assai poco religioso) Rocco è, per molti versi, il santo più adatto a rappresentare l’attualità del nostro tempo, del nostro tempo italiano.
Rocco, infatti è il patrono dei contagiati, degli emarginati, dei viandanti, dei pellegrini, degli operatori sanitari, dei farmacisti e dei volontari. Difficile non associare una figura come la sua a chi, moderno pellegrino, contagiato dalla povertà e dalla guerra, rischia la propria vita attraversando il mare. Altrettanto difficile, peraltro, è non identificarlo con chi quelle persone aiuta, cura, sostiene: militari, operatori sanitari, volontari.
Ecco perché, oggi, ho voluto dedicare un attimo a S. Rocco.
E finisco con l’immagine della chiesa che, secoli addietro, dedicò a S. Rocco la popolazione di Castello Tesino, in provincia di Trento, a supporto della richiesta di salvarla dalla peste che già aveva fatto alcune vittime. I paesani furono salvati e Rocco ebbe la sua chiesa.
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Chiedendo su noi tutti un occhio di riguardo non posso che augurare agli amici lettori
BUONA DOMENICA.
.banzai43
strade d’Emilia: murales
13/08/2015Per le strade matildiche dell’appennino Reggiano
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della fotografia
12/08/2015
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La fotografia è il riconoscimento simultaneo, in una frazione di secondo, del significato di un evento.
......................................Henry Cartier-Bresson
dell’interesse per le cose
10/08/2015
Uno dei primi sintomi della depressione è la perdita di interesse nelle cose. Ecco perché penso sia importante mantenere vive le proprie passioni.
Nicolas Cage