2008. Cronache di un fallimento (le difficoltà e gli egoismi delle unioni)
(Vignette ricavate da copertine di passati numeri della rivista Internazionale)
La crisi attuale, prodotto malsano della finanza USA, nacque nel 2007, ma venne correttamente percepita nel 2008 quando prese ad imperversare avvelenando gran parte del mondo economico; quello europeo, innanzitutto, con effetti devastanti vista la forte interdipendenza dei mercati finanziari primari e la sorpresa incapacità di una Europa lenta, politicamente impreparata a superare, d’un balzo, i singoli egoismi nazionali.
Come bottegai privi di “visione futura”, i politici dell’Unione, che troppo frettolosamente hanno delegato ai propri tecnici, si sono mostrati incapaci di fare fronte comune lasciando incancrenire, con i loro tentennamenti, problemi relativamente modesti, ora veri Moloch di difficile governabilità e costi, soprattutto sociali, elevatissimi.
E la speculazione fece la Storia alimentando un susseguirsi di “crisi”: Irlanda e Portogallo e Grecia, madre della nostra civiltà, ancora nella bufera. Non fu risparmiata la Spagna, che ancora vede buio, né l’Italia alle prese con “tagli lineari” prima , aumenti dei prezzi e tagli ovunque poi.
Se la Politica non si dà una mossa si corre il rischio che tutto finisca in tragedia ed in rivolte. Già vi sono famiglie che hanno finito i buchi nella cinture. Cosa potrà accadere quando nuovi buchi mancheranno a minoranze sempre più vaste?
Preferisco non pensarci. Auguriamoci di non arrivare sin là e confidiamo in scelte ragionevolmente oculate, quelle di un “buon padre di famiglia”, come si diceva in passato. L’importante è “sentire” l’Europa. A questo proposito riporto lo stralcio di un articolo di Martin Walser, giornalista del “Frankfurter Allgemeine Zeitung, ripreso dal Corriere della Sera lo scorso 23 agosto 2012:
“… Non dobbiamo lasciare il comando alla pusillanimità travestita da competenza. Un passo indietro ora getterebbe per un numero inimmaginabile di anni la giusta Europa nella discarica della Storia. E poi per molto tempo l’Europa non sarebbe più pensabile. Ma è proprio quello che deve rimanere: pensabile!”
Mi sono fatto prendere un po’ la mano, ma non è di questo che intendevo specificamente scrivere. L’argomento era la “cupidigia”, il “senso di onnipotenza”, il “menefreghismo”, la “speculazione finanziaria di ritorno”, la “truffa concettuale”, la “impunità”, la “recidivia”, le “trappole statistiche” ed altro ancora.
Fra poco saremo al 15 settembre, un anniversario molto triste pensando alla stessa data del 2008.
Scatoloni in braccio, le proprie cose dentro, molte persone uscivano dall’ufficio per non tornarvi. Le immagini, riprese anche dai notiziari televisivi fecero il giro del mondo, (le ricordate?). A Wall Street era crollata la Lehman Brothers, forse la più celebre e riverita banca d’investimento. Ed il “sistema” finanziario internazionale andò in tilt.
Al comprensibile panico dei risparmiatori s’aggiunse quello di banche, banchieri e finanzieri. La sfiducia generò il blocco assoluto dei mercati, dell’operatività e del sentire finanziario. Le banche cessarono di prestarsi denaro vicendevolmente. Fiducia azzerata. Nessuno si fidava più di nessuno. Fu il cosiddetto “collasso sistemico”.
Ora le cose sono migliorate. La maggiore presenza statale nell’economia dei singoli Paesi ha prodotto effetti frenanti ed il mondo, almeno in parte, non è più quello di allora. Ma non per tutti. A ben guardare per taluni nulla è cambiato. I vertici finanziari non hanno certo riscoperto o scoperto frugalità dei consumi, senso del risparmio, disponibilità al reciproco sostegno.
Federico Rampini, giornalista da me già richiamato in un post precedente, nell’interessante volume “Slow Economy”, ci ricorda alcuni fatti che sintetizzo per Voi:
. nel 2009, ad un anno dal “crac” Lehman Brothers l’anniversario, fu festeggiato da una top manager della Wells Fargo con un suntuoso party in California;
. il nuovo amministratore di AIG, nello stesso anno, si è assegnato 7 milioni di dollari di stipendio annuo dimentico che AIG (colosso assicurativo statunitense), venne salvata dal fallimento con 182 miliardi di dollari di denaro pubblico, quindi dei cittadini;
. la legge dell’Amministrazione Obama per la limitazione dei premi di fine anno (bonus) è stata aggirata con l’aumento degli stipendi manageriali mensili;
. la speculazione ad alto rischio ha ripreso a crescere in modo aggressivo;
. i prodotti finanziari “esotici” come quelli che hanno messo a rischio l’economia planetaria vengono nuovamente riproposti con forza;
. nella sola America sono fallite oltre 100 banche dopo che, nel recente passato, erano fallite, a catena, molte Casse di Risparmio locali, E i dipendenti bancari senza lavoro sono decine di migliaia;
. nel 2009 i titoli derivati ad alto rischio nel portafogli delle banche americane hanno contabilizzato poco meno del triplo rispetto al 2006, posizionandosi a 14.600 miliardi di dollari. Si è così riaperta l’autostrada a nuove speculazioni, nuovi azzardi, in assenza di precise regole di informazione, contabilizzazione, garanzia e controllo a tutela del pubblico sottoscrittore-risparmiatore.
. passata la paura le cinque più importanti banche di Wall Street, nel 2009, hanno assegnato ai propri manager e trader gratifiche pro-capite nuovamente in crescita superando quelle del 2007 quando era stato raggiunto il livello massimo.
“ Lo spettacolo indegno dei banchieri impuniti e recidivi deve insospettirci e metterci in guardia. … L’esplosione del debito pubblico americano dovuta ai salvataggi bancari ed alle nazionalizzazioni porterà a nuove tasse ed esporterà inflazione nel resto del mondo, sarà un peso che ci trascineremo per anni. Nessun ”elogio della lentezza” potrà consolare i giovani alle prese con scarse opportunità di lavoro.”
Cos’altro aggiungere? Solo che dobbiamo restare vigili è quando potremo votare farlo, non evitare l’urna, non andare in vacanza e scegliere con saggezza.
Nel frattempo, forse, una preghiera ci può pure stare. Anche per chi non crede. Non si sa mai.
E bene peraltro ricordare che siamo tutti nella stessa barca, pur se è vero che taluni sono ospitati in cabine di lusso ed altri, invece, sono schiavizzati ai remi.
Con affetto ed amicizia.
banzai43